Negli ultimi 10 anni in Italia il numero degli esercizi alimentari al dettaglio non specializzati (i cosiddetti “alimentari di quartiere”), si e stanzialmente dimezzato, passando dai circa 40mila esercizi del 2012 a meno di 20mila nel 2023. Per i piccoli produttori di beni alimentari questo ha coinciso con la perdita di un “canale naturale” di sbocco dei loro prodotti. Si vedono dunque costretti ad individuare nuovi canali distributivi, a cercare di penetrare nella GDO scontrandosi con la burocrazia e i volumi minimi richiesti, a riorientarsi su mercati di nicchia spesso complicati e faticosi (mercati, fiere, e-commerce, horeca, ecc.).
L’ingresso nella GDO, per una piccola impresa di produzione alimentare, da un lato rappresenta la “porta stretta” che occorre varcare per accedere ad un più ampio mercato per i propri prodotti, dall’altra costituisce una sorta di “opzione capestro” nella misura in cui la costringe ad una forte riduzione dei propri margini, a sostenere specifici costi di accesso (listini, logistica, packaging, certificazioni, ecc.), e a rimanere esposta ad un continuo rischio di esclusione la dove non riesce a sostenere i volumi richiesti.
In relazione al contesto descritto, l’indagine che abbiamo predisposto e orientata ad acquisire la posizione delle piccole imprese di produzione alimentare relativamente al tema della distribuzione.
Partecipa all’indagine i tuoi dati saranno trattati in forma aggregata e saranno utili a darci un quadro, il più chiaro possibile, per migliorare la nostra attività ed essere ancora più vicini alle imprese associate.